domenica 11 marzo 2012

Castello di Gromo

( Italia - Lombardia - Bergamo - Gromo)

Foto Luca Giarelli

La zona di Gromo fu concessa in feudo da Federico II, nipote del Barbarossa, alla famiglia Ginami dei Licini , che si era trasferita in quelle terre a causa delle lotte con alcune famiglie guelfe della bergamasca. Scelsero Gromo per la sua posizione strategica, infatti il castello sorse nel 1226 sullo sperone di una roccia, in posizione dominante rispetto al Serio, che era il punto di transito obbligato. Fu il primogenito della famiglia ad iniziarne la costruzione con carattere di residenza famigliare e di rifugio e per questo non fu munito di particolari strutture difensive, al di fuori di un fossato limitato al fronte e ai fianchi e non fu mai sottoposto ad assalti, assedio o minacce di altro genere. Il castello rimase immutato nella sua struttura originale fino al XVI sec. quando la Repubblica Veneta impose la sostituzione del piccolo ponte levatoio con uno più ampio; anche la porticina d'ingresso fu ingrandita al fine di diminuire la potenzialità difensiva dell'insieme. Da allora vi furono altre trasformazioni che mutarono il carattere medioevale anche all'interno dell'edificio, così portando alla costruzione un aspetto sempre più d'abitazione civile.
La parte esterna, che guarda verso la piazzetta del paese, è costruita con grosse pietre a vista, rozzamente squadrate e nell'angolo di nord-ovest si apre quello che in origine fu l'unico ingresso al castello, caratterizzato da un grande portale ad arco a tutto sesto. Sulla stessa parete spicca un grande affresco che raffigura San Cristoforo, dipinto intorno agli anni cinquanta. L'imponente torrione duecentesco costituisce il vertice del castello affermando ancora oggi la destinazione della costruzione a rifugio oltre che a residenza, due corpi di fabbrica realizzati in tempi successivi si innestano nella costruzione originaria. Nel 1492 venne costruita un'ala sopra la roccia ai piedi della quale scorre il fiume, crollò nel 1919 a causa dell'esplosione di alcune mine durante i lavoro per la realizzazione dell'attuale strada provinciale. Nei saloni interni del castello si possono ammirare pregevoli collezioni di armi antiche, costruite nelle famose fucine di Gromo, e di crocifissi, ai quali è dedicata un'intera stanza. Dipinti di splendida fattura e oggetti artistici in peltro arricchiscono gli ambienti, mentre grandiosi lampadari in cristallo di Murano stanno a testimoniare i frequenti contatti con Venezia.

Da I castelli della bergamasca

Castello di Costa di Mezzate

(Italia - Lombardia - Bergamo - Costa di Mezzate)


Il complesso fortificatorio di Costa di Mezzate si compone di tre elementi di difesa, il vertice costituito dalla torre sulla vetta del colle che era collegata, attraverso un camminamento sotterraneo, con la rocca edificata a mezza costa e completato da un'altra torre avamposta alle pendici del colle. Il castello di Costa di Mezzate, edificato intorno all’anno 1000, i primi documenti che ne attestano l'esistenza però risalgono al 1160. Il castello, fatto edificare dall’imperatore Ottone I, fu acquistato in seguito dal ghibellino Alberto degli Albertoni dei Capitani di Vertova, rappresentante della lega lombarda a Lodi, firmatario della pace di Costanza e console di Bergamo nel 1190. Nei secoli seguenti il castello fu al centro delle mire espansionistiche di Bernabò Visconti, duca di Milano, che però non riuscì a violare la fortificazione. Nei secoli successivi venne adibito a residenza della famiglia Camozzi-Vertova, attuali proprietari. Il castello attualmente non è visitabile.
Esternamente il castello si presenta con un grande giardino composto da alberi secolari. La cinta muraria possiede torri angolari che garantivano un’ottima visuale durante i combattimenti. Pare che esistano tunnel sotterranei che collegano il Castello con altre dimore nei paesi limitrofi. In epoca rinascimentale il castello ha subito alcune modifiche. Lungo la cinta muraria si può trovare un secondo ingresso, su cui sono scolpite nella pietra le insegne araldiche della famiglia proprietaria

Da Wikipedia

sabato 10 marzo 2012

Torre di Tristano

 (Italia - Lombardia - Bergamo - Torre Pallavicina)


Nel 1070 l'arrivo della signoria dei Barbò in piena lotta tra guelfi e ghibellini, ritenne necessario dotarsi di edifici fortificati, legati con la signoria dei Visconti di Milano, fecero erigere a Tristano Visconti, figlio di Bernabò, una torre sui loro territori che fungesse da vedetta sulle zone limitrofe e sul corso del fiume Oglio, da sempre confine tra le varie entità politiche. L'imponente costruzione del XVI secolo con sale affrescate da Giulio e Bernardino Campi sorge ora nel parco del palazzo e venne chiamata appunto la "Torre di Tristano". Qualche tempo più tardi a fianco della torre venne costruito un palazzo, con scopi sia difensivi che residenziali, dal marchese Pallavicino che sposò Beatrice, figlia di Tristano Visconti. Da questo matrimonio ottenne anche il possesso del borgo, che assunse il nome di Torre Pallavicina. Essendo zona spartiacque anche tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano, venne inserita in una vera e propria zona franca che durò fino alla metà del XVIII secolo,   pochi decenni più tardi si verificò il passaggio alla Repubblica Cisalpina. Sembra che al termine della scala che porta ai sotterranei nascosto da una botola si aprisse un profondo pozzo sul fondo e sulle pareti del quale erano infisse delle lame taglienti rivolte verso l'alto, l'apertura di questo pozzo è stata chiusa soltanto durante l'ultimo conflitto mondiale. Altra tradizione popolare racconta che da uno dei passaggi che si dipartono dai sotterranei della torre si giungesse al vicino castello di Soncino, ma i tentativi messi in atto dagli abitanti del paese alla ricerca del passaggio non hanno dato esiti rilevanti, così l’ingresso al cunicolo fu murato.
Da Wikipedia

Castello di Monasterolo

(Italia - Lombardia - Bergamo - Monasterolo)


Le origini del castello sono tutt’ora controverse, pare infatti che l’attuale struttura venne edificata in luogo di un precedente edificio risalente all’alto Medioevo adibito a monastero benedettino ed abbattuto al termine dell’VIII secolo dall’esercito dei Franchi (anche se altre ipotesi indicherebbero Federico Barbarossa). Il primo documento attribuibile in modo certo risale al 1130, epoca in cui si pensa che il maniero fosse utilizzato sia per scopi difensivi che residenziali. I primi proprietari furono gli appartenenti della famiglia Mozzo, a cui poi subentrò la famiglia Suardi, che ricopriva un ruolo predominante sull’intera vallata quindi i Terzi fino all’arrivo della Repubblica di Venezia. La famiglia Suardi, al fine di evitare la demolizione del castello, decise di renderlo una dimora signorile a tutti gli effetti. Negli anni trenta venne ceduto dalla famiglia Terzi alla contessa britannica Winifred Terni dè Gregori e nel 1937 vennero iniziati i lavori di restauro Attualmente il castello, di proprietà privata, viene utilizzato per banchetti e cerimonie. L’edificio si trova su una piccola collinetta di origine morenica posta tra l’estremità meridionale del Lago di Endine e la sponda sinistra del fiume Cherio, è circondato su tre dei quattro lati da una cinta muraria, mentre a nord è delimitato dal lago e, nei secoli scorsi, da paludi. L’ingresso è posto nel lato a sud, ed è costituito da un portale in stile gotico a forma ogivale: da questo si accede alla cosiddetta Corte bassa, costituita da un cortile a pianta quadrata circondato da cinta muraria dotata di camminamento di ronda e merlature: queste ultime non sono altro che un motivo ornamentale, aggiunte in un secondo momento rispetto al resto della struttura.
Da Wikipedia

venerdì 9 marzo 2012

Castello di Pagazzano

(Italia - Lombardia - Bergamo - Pagazzano)


Il castello sorge all'esterno del paese di Pagazzano, lungo la strada per Treviglio. L’attuale struttura risale all’inizio del XIV secolo, quando venne edificata in luogo di una precedente costruzione difensiva. Nel 1272 il castello apparteneva alla famiglia Torriani, successivamente passò in mano ai Visconti e da qui Bernabò Visconti portò avanti la guerra ai guelfi nel bergamasco, fu teatro di diverse battaglie tra durante la guerra tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Nella sua storia si ricorda anche l'ospitalità data a personaggi illustri tra cui Francesco Petrarca. Dopo la morte di Bernabò Visconti, Pagazzano passò a Gian Galeazzo che nel 1386 lo donò alla moglie Caterina. Successivamente il castello passò ai Suardi cui subentrò Bertolino Zamboni. Il territorio e relativo castello di Pagazzano fu a lungo conteso per poi passare nelle mani di Sagramoro II di Brignano. Quando gli spagnoli occuparono la Gera d'Adda Pagazzano ritornò al Ducato di Milano ed ai Visconti di Brignano. Con Napoleone la Gera d'Adda divenne di Bergamo, alla morte della marchesa Fulvia Bigli, vedova Crivelli, il castello passò alla famiglia Crivelli fino al 1968 anno in cui venne venduto ad una società privata. Acquistato dal Comune di Pagazzano nel 2000 che ha intrapreso le operazioni di restauro.
L'edificio è realizzato in cotto, ha una pianta rettangolare e delle quattro torri d'angolo ne restano solamente due, Galeazzo Visconti integrò al castello il Palazzetto. Esiste ancora il ponte levatoio per il passaggio pedonale ancora oggi in funzione ed il castello è circondato da un fossato colmo d'acqua. Sopra l'ingresso sul lato a nord troneggia il maestoso torrione centrale, la parte più antica comprende i grandi stanzoni e i sotterranei risalenti a prima del XV sec. forse all'XI.